Le processioni ed i “Cristi”.

Una delle tradizioni più radicate e risalenti della Comunità Serravallese è quella delle processioni religiose alle quali partecipano preziosi "cristi" processionali e gonfaloni portati a viva forza in equilibrio, per le vie del paese dai gruppi organizzati di "portatori", volontari membri delle Confraternite cittadine, la Confraternita dei Disciplinati dell'Assunta e Santa Croce, comunemente detta dei "Bianchi" e la Confraternita di San Giovanni Battista e della Santissima Trinità, detta dei "Rossi". Due sono i principali appuntamenti che nel corso dell'anno vedono Serravalle ed i Serravallesi celebrare questo tradizionale rito religioso, con devozione e sincera partecipazione, che portano con loro profondi significati religiosi  e devozionali ma anche radicati contenuti di sentimento popolare, sospesa tra amor sacro e partecipazione civile: la processione della Beata Vergine Assunta, che si tiene il 15 agosto e quella della Madonna Addolorata, che si svolge il 20 settembre. Occasionalmente ai sacri cortei partecipano anche gruppi, "Cristi" e portatori di altre Confraternite provenienti da comuni alessandrini e liguri.

La tradizione delle processioni accompagnate dai "Cristi" è ampiamente diffusa e radicata in Basso Piemonte, come nella vicina Liguria: portare durante le processioni i cosidetti "Cristi" crocefissi lignei di dimensioni e peso variabili, ornati da ricchi intagli dorati e festosi manufatti floreali realizzati in lamina d'argento ed oro. La stragrande maggioranza di questi supera il peso di un quintale e viene trasportata  a  vigor di braccia ed a ritmo di musica, con l'accompagnamento della banda musicale cittadina, dai portatori e dagli altri personaggi della processione che vestono paramenti ed attrezzi tipici (il crocco, la cappa, la böffa, il tabarino, la mazza). La tradizione ligure identifica come "Cristezanti" i Confratelli impegnati nelle processioni. In dettaglio con il termine di "portòu" si identificano i portatori della croce, abili a condurre il "Cristo" senza l'uso delle mani, dimostrando grande senso dell'equilibrio, ma solo sostenendone il peso con il "crocco" (la robusta cintura-imbragatura di cuoio indossata durante le processioni) aiutandosi con le spalle. Al loro fianco vigilano attenti, pronti ad intervenire, gli "stramòòu" ovvero coloro che, al momento del cambio di portatore, sollevano il crocefisso, a forza di braccia ed a mani nude, con gesto rapido e deciso,  rendendo così possibile il passaggio del "Cristo" da un "portòu" ad un altro.

Secondo alcuni studiosi, le radici di questa usanza farebbero riferimento a forme di espressione della pietà popolare legate alla pubblica espiazione della colpa, tradizioni originate intorno al Trecento.