2 aprile. “Donne del Fato”, storie al femminile in biblioteca con Patrizia Ferrando.

“Donne del Fato” questo il titolo dell’incontro curato da Patrizia Ferrando, che avrà luogo martedì 2 aprile, alle 17, presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia.

Data:
26 Marzo 2024

2 aprile. “Donne del Fato”, storie al femminile in biblioteca con Patrizia Ferrando.

“Donne del Fato” questo il titolo dell’incontro curato da Patrizia Ferrando, che avrà luogo martedì 2 aprile, alle 17, presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia. “Tutte le donne sono fatali. Si comincia col dovere loro la vita e finiscono per causare la nostra perdita”. Se queste sono le parole di Antoine Blondin, l’immagine di una donna fatale, anche oscura, è ben radicata nell’immaginario collettivo così come in lunghe galoppate fra pagine romanzesche, scelte estetiche e personalità enigmatiche. Parliamo di donne pericolose, seduttive in forma estrema, rovinose per chi s’imbatte in loro? Non necessariamente. Le donne del fato potrebbero essere chiamate donne della profondità: e, senza dubbio, immergersi nell’oscurità, se non nell’abisso, discendere, esplorare, tuffarsi con fiducia e sfida può comportare anche rischi.
Le donne che arte e storia più compenetrano nel fato sono belle e brutte, giovani e meno giovani, innamorate o malintenzionate: tutte però hanno un potere di consapevolezza e auto determinazione. Come la primavera, ci sono eroine di perturbante fecondità, intrise di un potere generativo che si avvicina più al mistero dei fiori sboccianti e delle piccole vite segrete che alla retorica spesso stucchevole della maternità.
Gli artisti pensano a elementi di fluidità, diretta o indiretti, e sono le loro eroine che, Naiadi moderne, colmano la distanza con i regni che l’uomo contemporaneo ha sacrificato ricercando scenari senza ombre.
Nel romanzo gotico già si era fatta strada un tipo di femminilità bi-blica e uterina, ammaliante e fatale, incarnata nella figura della “dark lady”, una donna volitiva e indipendente che capovolge gli stereotipi di genere. La dark lady si può certamente ascrivere all’archetipo junghiano della Strega che, come lo stesso Jung defi-nisce, sarebbe la proiezione dell’inconscio femminile dell’uomo ovvero “una segreta partecipazione alla sua femminilità”. La strega rappresenta tutto ciò che è stato sacrificato in nome del progresso e della razionalità: il perduto legame con la natura, con il regno dei morti, con la carnalità. Gli specchi d’acqua, nella tradizione popola-re, sono passaggi attraverso i quali entrare in contatto con mondi “altri”, in cui la strega abita o con cui comunica.
Chi sono queste anti-eroine, se non, appunto, delle Naiadi e Nereidi moderne, in grado di colmare la distanza verso i regni abban-donati? Le incontriamo presso i laghi rarefatti e le fonti termali, in insospettabili romanzi italiani, nei teatri e negli atelier, sulle tele che le ritraggono e nelle opere del loro ingegno. Come Alice, le ninfe volenterose possono trovare, dall’altra parte dello specchio d’acqua, la fata della neve. Solamente loro possono essere il tra-mite per parlare a Frau Holle, la Grande Dea, la Madre Terra a cui si può accedere inoltrandosi nel mondo sotterraneo, dopo un salto nel pozzo dei mondi. E sovvertire ogni regola.

Ultimo aggiornamento

26 Marzo 2024, 07:46